NYCC: Brian K. Vaughan a ruota libera su Saga

Brian K. Vaughan ha incontrato i fan qualche settimana fa a New York: ecco cosa ha rivelato sui dietro le quinte di Saga

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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brian k vaughanUna lunga discussione è avvenuta durante i giorni del New York Comic Con, che non ha trovato spazio tra le notizie in diretta dei giorni della kermesse fumettistica, in quanto informale chiacchierata tra un gruppo di fortunati presenti e uno degli autori di fumetto più apprezzati degli ultimi anni. Non sappiamo se, tra qualche giorno, avremo la stessa possibilità di fare domande e ascoltare interessanti risposte da parte di Brian K. Vaughan, dato che sarà tra gli ospiti invitato da BAO Publishing a Lucca Comics & Games. Ecco perché vi proponiamo un riassunto delle cose più interessanti che ha raccontato in quel di New York.

Parlando delle scelte narrative di Saga, ha confessato che il principio ispiratore è la massima del celebre scrittore Kurt Vonnegut (autore di capolavori come Mattatoio n. 5): "Non cercare di prendere in giro i lettori". Ecco perché scegliere Hazel, la piccola figlia dei protagonisti, come narratrice ex-post degli eventi, dato che nessuno meglio di colei che vediamo crescere e sopravvivere nella vicenda può avere un punto di vista completo e informato su tutto quel che accade. Vaughan non voleva cercare di prendere all'amo i lettori con misteri e segreti, ma lasciare che fossero le identità dei personaggi il motivo di interesse della serie.

Saga vol. 3Oltre, ovviamente, al colorato e vario universo di Saga, che l'autore dice di aver avuto nella propria mente sin da quando era ragazzo. Un mondo costruito con elementi di Guerre Stellari mescolati ai cartoni animati del sabato mattina e assemblato a scuola, nelle noiose ore di matematica, per ospitare al meglio un banale e classico scontro tra bene e male. E che oggi ospita invece anche un'allegoria sulla creazione. Sia Vaughan che Fiona Staples, infatti, non hanno prole. Eppure la paternità e la maternità sono un tema centrale della serie. Vaughan sostiene che in realtà il rapporto tra Hazel, Marko e Alana può essere visto come una metafora di ogni genere di creazione, su quanto sia difficile dare vita a qualcosa di nuovo, che sia una persona, una canzone, un fumetto, una storia.

Vaughan ha parlato anche dell'inizio della collaborazione con la sua giovane e talentuosa disegnatrice e compagna di team creativo su Saga. Lo sceneggiatore l'ha contattata per tutt'altro progetto, inizialmente, ma chiacchierando con l'amico Steve Niles di questa buffa serie fantascientifica su cui stava fantasticando, il collega scrittore gli consigliò di rivolgersi a Fiona Staples. Uno dei migliori consigli del mondo. Per ogni arco narrativo, Fiona e Brian parlano dei temi che verranno esplorati, non solo degli eventi. La Staples vuole infatti avere delle reazioni emotive dirette dalla sceneggiatura e dalla storia, un po' per poterle utilizzare nel rendere al meglio l'intensità delle tavole, un po' per godersela personalmente. Lo sceneggiatore ha detto di avere già stabilito i passi fondamentali e le mete centrali del viaggio di Hazel, che la porteranno al punto da cui ci racconta la sua storia come narratore, ma di avere molta libertà nel gestire  il percorso tra l'una e l'altra.

Fonte: Comic Book Resources

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