Il Ragazzo Invisibile 1, la recensione

Sarà presentato oggi, a Lucca Comics, il fumetto che espande il mondo de Il Ragazzo Invisibile di Gabriele Salvatores: ecco la recensione del primo numero

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Ecco finalmente il primo numero della miniserie Il Ragazzo Invisibile: sarà presentato ufficialmente oggi a Lucca Comics, dove gli estimatori di Gabriele Salvatores e tutti i curiosi che stanno aumentando attorno a questo interessantissimo progetto, avranno l'occasione di assaggiarne il soggetto. Questo fumetto è il frutto della collaborazione tra gli stessi autori del film, Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo e Diego Cajelli che ha curato personalmente la sceneggiatura della miniserie.

Si tratta di un'espansione del mondo narrativo raccontato nella pellicola che uscirà a dicembre nei cinema. La trama, come spiega in apertura l'editor del progetto Diego Malara, si sviluppa su tre diversi piani narrativi che illustrano la storia di Michele (il Ragazzo Invisibile del film), il passato di Andreij (un altro “special” come Michele, ovvero un individuo dotato di superpoteri, un telepate per la precisione) e il suo presente. Sono disegnati rispettivamente da Giuseppe Camuncoli, Alessandro Vitti e Werther Dell’Edera. Si tratta di un team di artisti internazionali che non hanno bisogno di presentazioni e lo dimostrano ampiamente nelle pagine di questo primo capitolo. Lo stesso vale per Cajelli, uno degli scrittori più versatili ed eclettici del panorama italiano.

La vicenda inizia a Hong Kong, nel presente; è caratterizzata da toni cupi e avvolgenti, come gli avvenimenti che espone, senza balloon, solo didascalie. Dell'Edera è ficcante e tagliente come la sua matita che ci regala la parte più comics made in USA di tutto albo, in puro stile Image o Vertigo, per capirci. Le tavole dedicate al passato di Andreij sono le più di matrice italiana, le più regolari per schema e impostazione, dove l'intensità del tratto di Vitti trasforma quasi in un Cristo il suo protagonista. Infine il lavoro di Camuncoli: il più ridotto in questo primo volume, ma intenso, il risultato grafico più global di tutti e tre, per il conoscitore più esperto del mercato americano.

È ancora presto per giudicare l'ambiziosa proposta Panini. I presupposti sono molto interessanti ma gli autori dovranno tirare le fila dell'intreccio nelle prossime due pubblicazioni per dare omogeneità e coerenza ai tre livelli temporali qui esposti, suggestivi ma ancora poco chiari, logicamente e sequenzialmente. La posta in gioco è il primo, credibile fumetto supereroistico italiano. Non ne vediamo l'ora.

Continua a leggere su BadTaste