Il Diario di Lucca Comics 2014: Day One

Primo giorno di Lucca Comics 2014: tra un'inedita Japan Town, acquisti di fumetti e improbabili cosplayer...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Mario PeachNon mi era mai successo di arrivare a Lucca il giorno prima dell'inizio della fiera.
Quest'anno è successo: è stato strano perché l'impressione che ho avuto era quella di visitare una città fantasma, rispetto a come sono abituato a vederla, ma allo stesso tempo si percepiva una frenesia silenziosa degli addetti ai lavori nel cercare di ultimare gli ultimi preparativi prima dell'apertura.
Un leopardiano sabato del villaggio per gli appassionati di fumetti.

Stamattina però Lucca Comics & Games ha aperto i battenti e la consueta folla di lettori di fumetti, autori, cosplayer o semplici visitatori si è riversata tra le strade della città toscana. In realtà il flusso non ha ancora toccato picchi insostenibili, la percentuale di persone in costume era più bassa del solito, ma va tenuto conto che si tratta pur sempre del primo giorno di fiera, il giovedì che precede un week-end sicuramente più intenso per numero di visitatori e per quantità di eventi organizzati nel corso della giornata.
Rat-PigottaCi sentiamo però di affermare con ottimismo che la situazione viabilità anche nei prossimi giorni, di maggior afflusso, dovrebbe essere meno problematica degli anni precedenti, grazie a un'organizzazione logistica nettamente più oculata. Lucca Comics ora si estende su una superficie maggiore della città, così che ogni padiglione abbia più respiro e la manifestazione sembra decisamente più vivibile, al costo di qualche minuto in più di camminata per raggiungere le aree più distanti. Molto interessante l'accorpamento tematico di alcuni padiglioni, come il PalaPanini o lo stand Bonelli, ma anche lo spazio Lucca Junior che trova una collocazione più suggestiva in quello che fino all'anno scorso era il Japan Palace.
Ma è proprio il mondo Japan a beneficiare maggiormente della nuova dislocazione spaziale, col passaggio da Japan Palace a Japan Town: una vera e propria cittadella che accoglie numerosi espositori, distribuiti sul perimetro di uno spazio verde con siepi e fontane, che commerciano soprattutto materiale di provenienza nipponica, ma non mancano anche vestiti e gadget su fumetti americani o saghe cinematografiche.
KovalicAl centro un palco su cui era in corso una gara di karaoke su canzoni in lingua giapponese, ma le mie orecchie mi hanno supplicato di allontanarmi al più presto. Stand che vendono kimono lasciandoli provare al possibile acquirente, o katane (senza però lasciarle provare al possibile acquirente). Un maid cafè con avvenenti fanciulle vestite da camerierina o da scolaretta che servono tramezzini e dolci ai clienti, sottoponendoli a prove e penitenze che una volta seduti al tavolino si è obbligati a svolgere; ovviamente oltre all'abbigliamento delle ragazze e al loro aspetto più che gradevole, è anche il loro atteggiamento una delle principali attrattive di questo bar che segue l'esempio di molti locali di questo tipo in Giappone. È sempre bello importare le altrui perversioni nel nostro Paese.
Comunque la Japan Town sembra quasi una fiera nella fiera, uno spazio con una sua identità ben precisa già alla prima edizione in questa nuova forma, quindi immagino che negli anni successivi possa evolversi ulteriormente.

[caption id="attachment_28504" align="alignleft" width="250"]Mike Deodato Jr. In posa con Mike Deodato Jr.[/caption]

Riesco ad aggirarmi per i vari padiglioni dando una rapida occhiata agli stand, consapevole che i prossimi 3 giorni saranno così ricchi di eventi, conferenze e interviste da permettermi ben poco shopping. Una delle mie priorità della mattinata è adottare una Rat-Pigotta, la bambola dell'Unicef in calzamaglia gialla e orecchie da topo, i cui proventi sono destinati alla prevenzione della mortalità infantile.
...oh, ma chi voglio prendere in giro? Chissenefrega dello scopo benefico, non ho saputo resistere a quei due occhioni sensuali.
Faccio razzie di fumetti, tra produzioni ortolaniane, novità Disney, qualche manga e il da me attesissimo Seconds, per prepararmi all'incontro con O'Malley che ci sarà nei prossimi giorni.

[caption id="attachment_28506" align="alignright" width="187"]Simone Jr. Simone Bianchi firma le sue tavole[/caption]

Supero lo sgomento di realizzare che i bagni chimici non sono dove sono sempre stati, facendomi temere per qualche minuto che le vesciche di orde di nerd sarebbero state messe a dura prova per l'intero week-end, ma è sufficiente camminare per qualche decina di metri per riuscire a far pipì.
Insomma, va tutto per il verso giusto. Forse troppo.
Anche il clima è favorevole, c'è il sole e si sta bene in maglietta; il meteo dà sereno per tutti e quattro i giorni di fiera, un evento che ha dell'incredibile. Potrebbe essere un segnale dell'apocalisse, non si ha memoria di una Lucca Comics all'asciutto. Forse i Maya hanno sbagliato di qualche anno.

Il momento di maggior sconforto c'è quando sento un ragazzino che avrà avuto 11-12 anni additare una maschera di Guy Fawkes dicendo senza il minimo accenno di ironia "Guarda, un cosplay di Anonymous!".
Sigh.

[caption id="attachment_28507" align="alignleft" width="187"]Bryan O'Malley Bryan Lee O'Malley inizia a fare dediche ai fan[/caption]

Per il resto ho constatato che sopravvivono dopo anni i cartelli Free Hugs, ma quando poi ti lanci con entusiasmo ad abbracciare le persone in questione, queste reagiscono con ritrosia. Del tipo "Sì, vabbè, io ho questa scritta sul cartello perché mi sembrava un'idea carina, ma non è che poi qualcuno lo deve fare veramente". È stato bello collezionare imbarazzo in giro per la fiera. L'unica "huggers" che mi è sembrata una serena dispensatrice di abbracci, mi accorgo poi essere affiancata da un fidanzato che guardava male chiunque osasse avvicinarsi alla sua donna.
Mah.

Comunque, dopo una conferenza Panini Comics ricca di scoop, mi dirigo nell'area Games, dove con gioia posso constatare un aroma ascellare nettamente inferiore agli anni precedenti. Non so se in quest'anno sia cambiato qualcosa nella comunità di giocatori di ruolo, se si sia diffuso l'utilizzo del sapone o se l'organizzazione di Lucca sia riuscita anche a trovare una soluzione per arginare questo problema (chessò, nascondere Arbre Magique negli anfratti tra uno stand e l'altro); molto più probabilmente la ressa di questo primo giorno non era tale da far sudare copiosamente i presenti.
Credo che non mi avventurerò nuovamente nell'area Games nei propri giorni solo per constatare la correttezza di questa mia teoria.
La meta del mio peregrinare al di fuori dall'area Comics è un'intervista con John Kovalic, rivelatosi simpatico e disponibile, in una chiacchierata che potrete leggere nei prossimi giorni su BadComics.it.

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