Forse non tutti lo sanno, ma uno degli autori maggiormente sulla cresta dell'onda nell'attuale panorama statunitenste esordì nel lontano 2001 con un graphic novel intitolato
Pistolwhip. Edito da
Top Shelf, entrò nelle classifiche di quell'anno ormai quasi remoto e si meritò una nomination agli
Harvey Awards, tanto per gradire. A
Matt Kindt proprio non piaceva passare inosservato nemmeno quando era un novellino. Scritto assieme a
Jason Hall, questo fumetto bizzarro raccontava le storie di un fattorino, di un musicista espatriato, di una donna con qualche problema di paranoia, di altri personaggi bizzarri e assieme comunissimi oltre che di una misteriosa figura che intrecciava inesorabilmente il loro destini. Nato con l'idea di trasporre dei radiodrammi in forma fumettistica, sta per tornare nelle librerie statunitensi sotto l'etichetta
Dark Horse nel volume antologico
Complete Pistolwhip. Matt Kindt ne ha parlato con i giornalisti di
Comic Book Resources in una breve intervista.
L'iniziativa è stata ideata da Dark Horse, non dsll'autore: la casa editrice sta infatti cercando di raccogliere e ripubblicare tutto quanto il materiale disponibile di Matt Kindt, il che è un'idea pratica e sensata: se volete leggere qualcosa di mio, dice lo sceneggiatore, sapete sempre di poterlo trovare presso Dark Horse. Essendo un esordio, inoltre, moltissimi lettori non ne hanno mai sentito parlare. Kindt ricorda che le primissime copie aveva dovuto venderle a mano durante le convention a cui partecipava all'epoca, quindi ci sono molti lettori là fuori che potrebbero essere interessati ma non conoscono il titolo.
Nato in un periodo in cui Kindt era nauseato dai fumetti di supereroi e si era appassionato dalle pubblicazioni underground di
Fantagraphics,
Pistolwhip è una sorta di noir che racconta una storia di crimini seguendo linee narrative apparentemente separate e infine convergenti. Un tratto di stile che ha molto in comune con i lavori successivi dell'autore di
Mind MGMT. In un periodo oscuro della sua vita, si trovava a scrivere piccoli soggetti per fumetti che raccontavano tristi e deprimenti giornate di lavoro. Piccoli estratti quotidiani di vite banali che, una volta riletti, erano ben poco divertenti. Intrecciarli fra loro e connetterli a un mistero fu il modo che Matt Kindt trovò per dar loro un senso e riutilizzarlo. E il risultato fu
Pistolwhip.Pur ricolorato in digitale, partendo dalle tavole originali in bianco e nero, il fumetto ha un'estetica decisamente retrò, influenzata dalla sua natura di radiodramma illustrato. Un genere da cui, ai tempi, Kindt era terribilmente affascinato. Ascoltava repliche di The Shadow e The Green Hornet, storie di eroi pulp della radio che alle orecchie di un ascoltatore e di un narratore del nuovo millennio appena iniziato apparivano quasi maldestre e decisamente fuori dal tempo. Ma anche terribilmente divertenti, tanto da volerne riprodurre l'atmosfera.
A proposito di influenze e di riferimenti... lettori di
Mind MGMT, aprite bene gli occhi. Se è vero quel che dice Matt Kindt, tutte le sue opere sono in qualche modo connesse, idealmente parte di un universo narrativo comune, anche se non in termini stringenti di continuity. Se vi state allenando la vista ai particolari e agli indizi leggendo le storie di
Meru e della terribile agenzia di servizi segreti che manipola la mente delle persone, potreste trovare piccoli accenni nascosti in
Pistolwhip che sono stati ripresi o citati in
Mind MGMT. Buona caccia e buona lettura.
Fonte: Comic Book Resources