Comics VS Movies: Sin City - Una Donna per cui Uccidere

Sarà riuscito questo Sin City - Una Donna per cui Uccidere ad essere all'altezza del fumetto da cui è tratto?

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Dopo nove anni dal primo capitolo cinematografico, Frank Miller e Robert Rodriguez tornano al cinema con Sin City - Una Donna per cui Uccidere; nonostante il sequel prenda il nome da un volume della serie a fumetti, anche questo film è suddiviso in quattro episodi, due dei quali però non sono una trasposizione di una storia esistente ma sono stati scritti per l'occasione dall'autore.
A quasi un decennio di distanza dal primo Sin City e con quasi metà film basato su trame inedite, l'accoppiata Miller-Rodriguez è riuscita ad essere all'altezza del fumetto?
Le due versioni si affrontano nella nostra rubrica-deathmatch Comics VS Movies!

Marv Sabato come TantiSolo un Altro Sabato Sera
Il breve episodio che introduce il film non racconta una vicenda memorabile, ma si limita a riportare in scena Marv e aiutare lo spettatore a immergersi nuovamente tra le strade di Sin City. E riesce perfettamente nel suo obiettivo.
Le scazzottate di Marv hanno lo stesso impatto visivo di sempre, Rodriguez ha addirittura affinato le sue inquadrature e l'utilizzo del green screen, arricchendo il tutto con un effetto stereoscopico che è enormemente valorizzato dal netto contrasto tra bianco e nero, facendoci temere di essere colpiti da un pugno o lasciandoci accarezzare dai fiocchi di neve che cadono nella notte.
Anche Mickey Rourke si dimostra in forma come nella prima pellicola, il suo Marv è l'adorabile attaccabrighe che ci ricordavamo... Insomma, l'atmosfera del fumetto e del primo film sono state mantenute; tranquillizzati da questa constatazione, dopo questi pochi minuti di scazzottate possiamo procedere nella visione del film, dedicandoci alle vicende più complesse.

Vincitore: Pareggio
comics vs movies pareggio

Eva Green and Josh BrolinUna Donna per cui Uccidere
Questo episodio può essere considerato un prequel di Un'Abbuffata di Morte, visto che il protagonista è Dwight McCarthy; qualcuno potrebbe storcere il naso a non vedere più Clive Owen nel ruolo... ma non temete, c'è una ragione! Alla fine della storia, esattamente come nel fumetto Dwight viene sottoposto a un'operazione chirurgica con la quale ottiene un volto nuovo; Josh Brolin fornisce un'interpretazione soddisfacente quanto quella di Owen, ma perché tutto quadri dopo l'operazione sarebbe dovuto tornare Clive Owen, ma invece vediamo solo Brolin con il volto modificato da parrucca e make-up. Durante l'incontro romano, Rodriguez ha raccontato che Owen era disponibile a tornare ma durante le riprese sono rimasti impressionati dalla performance di Brolin da convincersi a mantenerlo anche nel finale della storia; non sappiamo quanto credere a questa storia, ma così facendo si perde del tutto il riferimento alla pellicola precedente, al punto che il personaggio avrebbe potuto chiamarsi in un altro modo.
La Donna per cui Uccidere del titolo è interpretata da una magnetica Eva Green, messa in risalto con alcuni effetti cromatici: il suo abito azzurro ci ricorda il personaggio di Celia - Occhi Azzurri, così come il colore degli occhi accentuato quando la femme fatale convince gli uomini ad agire secondo il suo valore. Questo elemento sembra fornire una sorta di superpotere ipnotico alla donna, rendendo meno potente il suo personaggio; nei fumetti infatti la femme fatale riusciva a tenere sotto scacco gli uomini solo col suo fascino, rendendola ancor più accattivante.
Quindi, Eva Green, apprezziamo molto il corpo nudo di Ava Lord in carne e ossa, ma tenendo a freno gli ormoni il personaggio cartaceo risulta più affascinante.
Oltre a Dwight, sono molti i cambi di cast che affliggono questo episodio: Dennis Haysbert sostituisce per causa di forza maggiore il defunto Michael Clarke Duncan nei panni del massiccio Manute, Jamie Chung interpreta Miho per rimediare alla gravidanza di Davon Aoki nel periodo di riprese, mentre Jeremy Piven sostituisce Michael Madsen senza alcun apparente motivo. Le performance dei nuovi arrivi sono soddisfacenti, ma il cambiamento di attore crea inevitabilmente un distacco e una sensazione di minore coerenza col film precedente.

Vincitore: Fumetto
Comic

Quella Lunga Brutta Notte
Il volto pulito di Joseph Gordon Levitt arriva a Sin City per dare vita a un giovane giocatore d'azzardo che, accompagnato dalla dolce cameriera Marcie eletta suo nuovo portafortuna, sbanca il casinò e riesce addirittura a sconfiggere a poker il senatore Roark; il potente uomo politico però non accetta l'affronto e manda i suoi scagnozzi dal ragazzo, per rompergli tre dita e sparargli a una gamba. Ma Johnny non si fa spaventare e medita vendetta; dopo essersi fatto aggiustare le dita da Kroenig, un medico senza licenza interpretato da un inquietante Christopher Lloyd, il ragazzo scopre che il senatore ha mozzato le mani e la testa della povera Marcie. Neanche questo ferma Johnny che, dopo una comparsata gratuita di Lady Gaga, batte una seconda volta Roark a carte; l'uomo non sopporta questa umiliazione e uccide il suo sfidante, sapendo però che la storia della sua sconfitta sopravvivrà a lungo.
È un'affascinante scontro tra due generazioni quello al centro della vicenda, visto che Johnny è il figlio illegittimo che Roark non ha mai riconosciuto, giunto a Sin City proprio per far pagare al padre corrotto il disonore con cui ha macchiato la vita della povera madre. Una trama semplice ma efficace, che però spicca grazie alla magistrale interpretazione del suo protagonista, che si conferma ad ogni ruolo uno degli attori più dotati di questi anni.
Tra Marcie e le insegne dei bar, questo episodio soffre più degli altri un difetto che in realtà permea tutto il sequel: un utilizzo eccessivo dei colori, che proprio perché appaiono più spesso, perdono di efficacia nell'evidenziare elementi all'interno della storia.
Forse Rodriguez ha temuto che il pubblico non avrebbe più sopportato un costante bianco e nero? Mah.

Vincitore: Film
Movie

La Grossa Sconfitta
Sono passati quattro anni dagli eventi dallo scontro col Bastardo Giallo e Nancy fatica ancora ad accettare il suicidio di Hartigan: beve pesantemente e ha continue visioni dell'uomo amata, perseguitata dal pensiero di essere responsabile della sua morte. Vorrebbe vendetta e tenta di sparare a Roark, ma non ha la forza di premere il grilletto, forse anche per via del fantasma di Hartigan che spera lei non diventi mai un'assassina.
Nancy capisce di aver bisogno di aiuto e per ottenerlo si taglia i capelli e si autoinfligge una serie di cicatrici sul volto, facendo credere a Marv che sia stato Roark a fargliele; il massiccio energumeno non può accettare la cosa e decide di aiutarla, irrompendo nella villa del senatore. Dopo essersi fatti strada tra i suoi scagnozzi, Marv a mani nude e Nancy armata di balestra, i due raggiungono Roark e grazie a un'apparizione del fantasma di Hartigan che distrae l'uomo, la furiosa ballerina riesce ad ucciderlo compiendo la sua vendetta.
Questa trama riesce a mescolare alcuni degli elementi più riusciti della saga cinematografica, riportando in scena Marv e Nancy, che grazie alle interpretazioni di Rourke e della Alba sono i personaggi più amati del pubblico; i due si sono incontrati solo in una breve scena de Un Duro Addio, ma qui formano una vera e propria coppia d'azione che si scatena in quello che può essere considerato il climax dell'intera saga in cui confluiscono diverse storie. Contribuisce a questa sensazione anche il fatto che Roark sia il villain da affrontare, già visto nel film precedente, ma di cui è stata ribadita la malvagità anche in questo sequel nella vicenda con Gordon Levitt, elevandolo quasi a nemesi definitiva da sconfiggere, l'incarnazione di tutti i mali di Sin City.
È molto interessante anche la trasformazione di Nancy: dispiace vederla così allo sbando ed è strano assistere alla sua evoluzione in angelo della vendetta... ma fortunatamente Miller e Rodriguez regalano un'ultima danza sul palco del Kadie's Bar in cui Jessica Alba si scatena in un twerking selvaggio che turberà i sogni degli spettatori di sesso maschile.
In realtà però l'affiancamento di Marv e Nancy in questo episodio crea più di un problema a livello di continuity; o Marv è resuscitato dopo la sedia elettrica, o Nancy si è fatta una plastica facciale ed è tornata a ballare come se niente fosse, fatto che sembra improbabile dopo aver visto cosa è diventato il suo personaggio nell'epilogo del film. Altrimenti ci sono alcune incongruenze a livello temporale, causate dal disordine cronologico in cui sono state proposte le storie di Sin City, problema aggravato dalle morti di personaggi che rendono definitiva la loro scomparsa e dai continui incastri con le altre trame parallele...

Vincitore: Film

Movie

Uno dei meriti principali di questo sequel, oltre ad aver mantenuto il livello qualitativo e le atmosfere del primo film, è di aver proposto due trame inedite che possono tranquillamente competere con le altre già pubblicate in volumi. È un pregio che ovviamente non possiamo trovare nella versione cartacea, ma pensando alle storie di Sin City che non hanno ancora goduto di una trasposizione cinematografica, l'unica di cui sentiamo veramente la mancanza è All'Inferno e Ritorno.
Per il resto, Miller ha dimostrato che il tempo non ha intaccato la sua capacità di scrivere storie ambientate nella città del peccato, facendoci sperare di poter vedere un giorno nuove avventure nate proprio per il grande schermo...

VINCITORE FINALE: FILM
Movie

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