Adam Wild 1: Gli schiavi di Zanzibar, la recensione

Adam Wild 1 uscito ieri in edicola, introduce nel panorama italiano un nuovo, irresistibile eroe, creato da Manfredi e disegnato da Alessandro Nespolino

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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...C’è una certa attesa tra i lettori rimasti orfani di Mister No e anche tra molti aficionados di Zagor... Se ho un lettore di riferimento, questo è il lettore bonelliano DOC!

È stata la risposta di Gianfranco Manfredi alla domanda riguardante a chi fosse rivolta la nuova scommessa editoriale, sua e della casa editrice milanese: Adam Wild. Dopo averlo letto, possiamo aggiungere senza dubbi che non solo è adatta al lettore bonelliano DOC ma anche al lettore di fumetti DOC. Il primo numero uscito ieri in tutte le edicole, introduce nel panorama italiano un irresistibile eroe, creato da uno dei nostri migliori sceneggiatori di sempre e disegnato da un team di artisti internazionali di ottimo livello, a cominciare dal nostro Alessandro Nespolino che firma con carattere e maturità Gli schiavi di Zanzibar.

Come i lettori di BadComics.it sanno, la vicenda è ambientata nel cuore dell'Africa di fine XIX secolo. Si parte da una splendida isola come Zanzibar, nota all'epoca come crocevia del traffico soprattutto arabo di schiavi piuttosto che per le incantevoli spiagge. È il luogo dove il protagonista si è stabilito insieme all'amico tuttofare Makibu, andando a vivere su di un favoloso scoglio in mezzo al mare, la poetica trasposizione di una casa sull'albero, da un oceano verde a uno tutto azzurro. Adam è un viaggiatore, un avventuriero e non perde l'occasione di dimostrarlo quando questa gli viene offerta dal conte Narciso Molfetta, che vorrebbe ripercorrere il viaggio del leggendario esploratore David Livingstone e fare chiarezza sulle circostanze oscure della sua morte. Lo scorbutico nobile italiano sarà uno dei comprimari della testata, insieme ad Amina, la principessa Bantu che il nostro protagonista libera da uno dei più feroci mercanti di schiavi dell'isola, alleandosi con un suo rivale, ora dedicatosi al traffico d'avorio. Wild è un eroe tutto d'un pezzo, alla vecchia maniera, come i ruoli che furono di Douglas Fairbanks, Errol Flynn o Clark Gable. Anche se ricorda quest'ultimo nelle fattezze, in lui emerge la spacconeria così come la positività e l'altruismo di innumerevoli, grandiose interpretazioni di tutte e tre gli indimenticabili attori hollywoodiani. È uno scozzese gagliardo, tosto, che non sopporta i soprusi e l'oppressione dei più deboli, lo sfruttamento degli esserei umani e degli animali. Da sempre combatte la sua battaglia contro lo schiavismo e il bracconaggio, che continuano in varie forme, a farci vergognare profondamente ancora oggi di alcuni presunti, nostri simili.

La storia di Manfredi non manca tuttavia di momenti di grande giovialità e azione. Il suo personaggio ama la vita e i suoi aspetti più mondani ma è pronto a metterla a repentaglio per ciò in cui crede. È un campione dei deboli nella sua accezione più classica ma non appartiene completamente al canone della tradizione bonelliana. È calato in un contesto moderno, attuale ed è in grado di trasformarsi in uno spietato assassino, emulando le gesta di un antieroe come Diabolik o di un disincantato vendicatore come Wolverine, quando decide di colpire un farabutto. “Chi non rispetta gli altri, non merita rispetto” è il suo principio e da questo primo episodio sembra volerlo applicare nel modo più testuale. Nonostante le tematiche delicate e complesse che presenta la serie, la sceneggiatura di Manfredi non scivola mai in facili retoriche e moralismi; siamo di fronte a un'ennesima, eccellente prova dello scrittore marchigiano, supportato da un'altrettanta impeccabile interpretazione di Nespolino. L'avventura senza alcuna soglia o limite di età, è servita. Benvenuto Adam Wild.

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