Grant Morrison parla della sua ultima miniserie: Annihilator
Buchi neri, creatività e deadline realmente mortali. Grant Morrison racconta com'è nata la sua nuova miniserie disegnata da Frazer Irving: Annihilator
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'attesissimo Multiversity è il più importante e celebrato lavoro di Grant Morrison previsto per quest'anno, ma non è certo l'unico. Nel 2012 lo scrittore scozzese aveva annunciato una miniserie di sei numeri che avrebbe realizzato insieme all'artista Frazer Irving: Annihilator. Morrison ha tempi di gestazione per i suoi progetti piuttosto onerosi, ma occorre dire che solitamente ognuno di questi giunge a conclusione con buoni se non ottimi risultati.
La storia è incentrata su Ray Spass (da pronunciare come “space" in inglese), uno sceneggiatore di Hollywood ormai finito che ottiene un'ultima occasione di riscatto: un film di genere fantascientifico sul personaggio di Max Nomax. Si dà il caso però che quest'ultimo esista davvero e Spass stia scrivendo in pratica la sua biografia. Spass ha sette giorni a disposizione per concludere la storia prima di morire. Sentiamo dalle parole dello stesso Morrison, in un'intervista rilasciata a CBR, i dettagli sulla trama e la sua concezione:
La storia prende spunto dall'idea che fondamentalmente il centro della nostra galassia sia un buco nero, chiamato dagli astronomi Il Grande Distruttore [in originale The Great Annihilator], causa, a quanto pare, del movimento dell'intera Via Lattea e del materiale stellare. Volevo approfondire il concetto, l'immagine che ogni forma d'arte e le nostre gesta fossero tutte quante edificate essenzialmente attorno a un abisso oscuro. Quando volteggiamo sul bordo del buco nero e descriviamo ciò che vediamo quando ci cadiamo dentro, ecco è questo ciò che succede qui. Questo è il tema cruciale; il buco che ingoia tutto...
Volevo in qualche modo parlare di Hollywood e Hollywood è tutta un'illusione e l'illusione in fondo viene creata da sceneggiatori, registi e scrittori, prima di tutto. È tutta concentrata nello scrivere e creare storie. Volevo raccontare della mia esperienza a Hollywood e del fatto di aver scritto un sacco di di sceneggiature per il grande schermo che non sono mai state realizzate e ho incontrato un mucchio di persone davvero strane che si trovano a loro agio in quell'ecosistema. La mia idea era di scrivere qualcosa grazie al quale il pubblico, leggendolo, potesse capire in definitiva come mi sono sentito a Los Angeles.
Sembrerebbe a tutti gli effetti un soggetto autobiografico ma Morrison tiene a precisare:
[caption id="attachment_21898" align="alignright" width="195"] Annihilator #1[/caption]
Metto molto di me stesso nei personaggi... Ma non nel caso di Ray. Lui è qualcuno che ho osservato realmente, rappresenta amici che ho avuto, individui con cui ho lavorato e con i quali ho passato molto tempo a Hollywood... Per la prima volta penso di aver creato una figura che non sia necessariamente narcisistica [Ride]. Ray riguarda gli altri e non me... È tutta una questione di essere soggetto a scadenze. Per Ray diventa evidente: se non rispetta la deadline, se non finisce la sceneggiatura in sette giorni, morirà sul serio. È un modo per giocare con quest'idea e con quello che si aspettano gli altri. Nomax ha perso la memoria, non riesce a ricordare chi fosse. Deve aspettare di scoprirlo tramite la sceneggiatura di Ray. Tutto si riconduce all'artificio hollywoodiano sotto queste frenetiche, sataniche, diaboliche energie... Per anni ho subito le scadenze... Era una tortura. Era orribile. Realizzare un lavoro quando sei in anticipo sugli obblighi di consegna è molto diverso che fare la stessa cosa quando sei in ritardo. Sono sicuro lo capiate bene, tutti.
Ray e Nomax non possono esistere l'uno senza l'altro. Sono la luce e l'oscurità, la finzione e la realtà, il maschio e la femmina, il su e il giù. Questi due personaggi sono i due lati della medaglia. Anche l'elemento femminile, la ragazza che appare nel numer #3, diventerà molto importante. Sto cercando di scrivere di miti basati sul mondo in cui viviamo, di usarli per parlare di quello di cui tutti facciamo parte e che ci riguarda da vicino, in sostanza cosa voglia dire essere vivi.
[caption id="attachment_21900" align="aligncenter" width="665"] Annihilator #1[/caption]
Fonte: CBR