Chrono PK #76: Altovolume

Per combattere contro un'ondata di microdroidi, PK dovrà riuscire a resistere all'Altovolume...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Proprio quando il grande mistero di Everett Ducklair sembrava sul punto di essere svelato, PK2 propone un'altra divagazione, forse la più fuori luogo della serie. Mentre tutti i lettori vorrebbero sapere come procederà la macrotrama, Paperinik deve fermare un'ondata di microdroidi proprio durante un concerto alla Century degli Impact, la rockband in cui suona Tempest Gale.
È una sequenza conclusiva avvincente e ben orchestrata, nella quale confluiscono le varie sottotrame dell'episodio, coinvolgendo buona parte del cast; purtroppo però l'intero percorso che porta a questo scontro finale risulta abbastanza noioso, con una sequenza di eventi che sono stati scritti chiaramente in preparazione dell'epilogo, ma che non riescono a catturare il lettore. Risulta molto strana tutta l'indagine sui micro-droidi e la questione dei chip Ducklair, che sembravano archiviate un paio di numeri fa e il loro recupero è immotivato e poteva essere sostituito da qualche altro elemento inedito. È già più simpatica la parte di vita "senza maschera" di Paperino, con la scoperta della passione musicale di Tempest Gale e l'incontro col suo gruppo musicale; interessante anche l'immediato coinvolgimento della band nell'avventura supereroistica, anche se l'espediente dei micro-chip che guarda caso vengono nascosti dal suo creatore proprio in uno degli strumenti che saranno sul palco durante il concerto è quanto mai forzato.
Stranamente Paperinik può contare sulla collaborazione del detective Spader, che sembra aver accantonato la sua antipatia per il papero mascherato. Ma l'elemento più bizzarro di tutta la vicenda è il ruolo di Birgit Q, che nel corso dell'episodio vediamo più volte spiare Spader e sembra orchestrare qualche misterioso piano... ma tutto ciò che farà sarà domandare a Spader di non nominare le Ducklair Enterprises, richiesta che tra l'altro non sarà soddisfatta.

Il risultato complessivo di Altovolume è mediocre, sia dal punto di vista della storia scritta da Riccardo Secchi che per quanto riguarda i disegni di Emilio Urbano.
Sono troppi i passaggi in cui la sospensione dell'incredulità è messa a dura prova e sequenze che avevano buone potenzialità si risolvono in modo piuttosto deludente. Un esempio perfetto è l'intervista di Angus a Everett, annunciata nel numero precedente e attesa come il grande evento mediatico che poteva essere; non solo tutto scoppia come una bolla di sapone, ma ciò che irrita di più è lo stratagemma del miliardario per allontanare il giornalista, utilizzando in modo palese la sua telepatia in diretta televisiva, esponendosi fin troppo e rischiando che qualcuno intuisca i suoi veri poteri.

Ma anche se la scena è stata una forte delusione, nel prossimo numero il reporter zelandese avrà modo di prendersi la tanto agognata rivincita nei confronti del miliardario...
Sul fronte giornalistico va segnalato un altro ingresso a Channel 00, l'ultimo comprimario regolare che entra nel cast di PK2: Geena Onair, briosa speaker dal forte entusiasmo che comincerà una lanciata carriera all'emittente televisiva paperopolese.
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