BCC: verso la morte di Wolverine
Wolverine si è garantito un panel tutto suo al Baltimore Comic-Con dove gli autori del passato e del presente hanno discusso della sua prossima dipartita
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il personaggio sui cui verte oggi l'interesse della gran parte dei Marvel fan è sicuramente Wolverine, protagonista suo malgrado, vista la sorte che gli ha riservato la Casa delle Idee. Logan si è dunque garantito un panel tutto suo al Baltimore Comic-Con, domenica scorsa, a cui hanno partecipato Tom Brevoort e autori che rappresentano il passato e il presente del personaggio: Herb Trimpe, Joe Rubenstein, Charles Soule, Frank Tieri e Frank Cho, che hanno discusso amabilmente della vita editoriale di uno dei supereroi più famosi di sempre.
[caption id="attachment_21365" align="alignright" width="150"] First Wolverine Appearance[/caption]
Brevoort si è rivolto subito a Trimpe, chiedendogli di ricordare la nascita del personaggio nel mitico The Incredible Hulk #180, del 1974, storia scritta da Len Wein, per cui realizzò disegni e copertina. Nell'ultima pagina dell'albo apparve infatti per la prima volta l'Artigliato Canadese. La tavola originale, regalata da Trimpe a un amico 45 anni fa, è stata battuta recentemente all'asta dalla Heritage Auction House per 657 mila dollari. Il resto del suo materiale originale su Wolverine è stato venduto a collezionisti; l'agente di Trimpe ha goduto di una percentuale per averne curato la pubblicità così come l'autore che ha rivelato aver ricevuto il 16% al netto delle tasse dell'intero ammontare, mentre il grosso della somma è stato devoluto alla Hero’s Initiative, la raccolta fondi a supporto delle ex stelle del fumetto americano che non sono più autosufficienti. Brevoort suscitando le risa generali, gli ha domandato se avesse ancora altri disegni e schizzi da regalare.
Era l'occasione per fare qualcosa che suonasse nuovo. Quando scrivi questa serie capisci appieno l'importanza di chi sia veramente Wolverine. Diventa ancora più chiaro da questa vicenda. Questi numeri aggiungono tantissimo alla sua storia. Ho visto l'ultima pagina ed è triste, ma contribuisce alla storia di questo personaggio in continuo sviluppo da 40 anni. Ricevetti una telefonata, ci fu un pranzo di lavoro con Axel Alonso e Mike Marts e dopo un “Oh merda” di pausa, realizzai di cosa volessero parlare. Fui entusiasta dell'offerta e mi fu chiesto dopo aver discusso sulle idee, di ritornare cinque giorni dopo con una sceneggiatura.
“Ma perché ucciderlo proprio adesso?”, è stato chiesto a Tieri che ha scherzato con Soule:
Ho lavorato su Wolverine per anni. Grazie di averlo di averlo fatto sparire, amico.
[caption id="attachment_20714" align="alignright" width="150"] Variant cover by Leinil Yu[/caption]
Immancabile è stata la domanda dal pubblico su quando tornerà e asciutta la risposta di Soule:
Che importa? Pensate alla vicenda in questione... Sono sicuro che ci saranno grandi storie su Wolverine in futuro.
Se ci sarà spazio per un funerale grandioso è stata la curiosità successiva. Brevoort ha confermato che ci saranno delle conseguenze alla morte di Logan su altre testate e ha accennato a due serie legate strettamente agli eventi successivi di cui i lettori di Badcomics.it sono già al corrente e che affronteranno la morte di Wolverine sotto diverse prospettive, anche quella dei suoi avversari. Tieri ha anticipato che anche Sabretooth sarà coinvolto.
Frank Cho ha tenuto a rimarcare di essere un grande fan di Wolverine, essendo cresciuto negli anni '80 e che le sue storie preferite sono quelle di Rubenstein, mentre ha confessato di essersi perso il ciclo di John Byrne:
Amo Wolverine perché è basso, come me, è un piccoletto dall'aspetto strano che va in giro a suonarle di santa ragione agli altri. Spider-Man e Wolverine sono da sempre i miei personaggi preferiti.
Brevoort è dunque passato a Rubenstein, elogiandolo perché a parer suo la mini di quattro numeri del 1982 (quella dell'incontro e dell'amore per Mariko Yashida, per capirci), di Chris Claremont e Frank Miller, è quella che ha sancito definitivamente il successo di Wolverine presso il pubblico. Rubenstein che ha firmato le cover e le tavole insieme a Miller e ha curato le chine, ha raccontato al proposito:
[caption id="attachment_21367" align="alignleft" width="150"] Cover by Miller and Rubenstein[/caption]
Quando Miller venne da me e mi chiese se volessi fare Wolverine, risposi semplicemente di si, senza neanche sapere di cosa si trattasse.
E ha svelato i retroscena dietro la cover del primo numero, ispirata a Jack Nicholson, mentre per il resto dell'albo è stato influenzato dai film di Clint Eastwood, definendo quel lavoro come “il superamento della barriera Kirby ”; disegnando l'intero numero in una settimana e riuscendo a farlo bene, nonostante le tavole abbozzate che Miller gli passava. Ha rammentato infatti che lo dovette chiamare più volte per riuscire a capire cosa avesse in mente per ogni vignetta, concludendo:
Alcuni disegni risultarono lontani sia dalla sceneggiatura originale che dai primi sketch, alcuni addirittura sbagliati, ma ero soddisfatto nel complesso anche se alcuni risultati erano un po' imbarazzanti. Anni dopo, riprendendo in mano quella roba, ho cambiato idea. Speravo poi che il recente film fosse più fedele a quella serie, ma non è stato così.
[caption id="attachment_21362" align="aligncenter" width="300"] BCC Wolverine panel[/caption]
Fonte: Bleedingcool