Chrono PK #69: Linee di Memoria

Paperinik deve affrontare una serie di terroristi, che sembrano agire così perché qualcuno sta controllando le loro Linee di Memoria...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Una volta definiti gli elementi portanti della serie, dopo aver introdotto Juniper e Korinna, PK2 si prende una pausa dalla vicenda principale per raccontare una delle sue storie più autoconclusive, nella quale Paperinik torna al centro dell'azione e Gianfranco Cordara può delineare meglio il ruolo dei due assistenti di Everett, Birgit Q e Anymore Boring.
Paperinik indaga su una serie di attacchi terroristici compiuti a Paperopoli e scopre che gli aggressori sono accomunati tutti da un'unica caratteristica: in passato sono stati dipendenti Ducklair. Il supereroe si precipita da una parte all'altra della città per fermare questi attacchi, ritrovandosi affiancato a Birgit Q, ambiziosa manager che si dimostra una donna d'azione, pronta a lottare sul campo per eseguire gli incarichi del suo superiore; i due vengono a sapere che ogni terrorista ha impiantato nel cervello un chip che li spinge a portare avanti questa spirale di violenza. Una storia d'azione che inanella kamikaze che vogliono buttarsi da un palazzo ricoperti di dinamite e scolaresche tenute in ostaggio in un vagone della metropolitana, situazioni in cui il papero mascherato può compiere il suo dovere di supereroe in un'adrenalina corsa contro il tempo.
Scoprire che i chip sono un'iniziativa di Everett Ducklair e che tutto questo putiferio è stato solo un espediente per distrarre PK dall'installazione delle antenne che permettono al magnate di controllare telepaticamente l'intera Paperopoli dimostrano quanto il miliardario sia determinato a ritrovare la figlia perduta, apparentemente senza alcun vincolo morale e senza riguardo nei confronti degli altri cittadini.

Interessante il contrasto e la divergenza d'opinioni che nelle ultime pagine scopriamo esserci tra Birgit Q e Anymore Boring: la prima una donna d'azione, pronta a fare il lavoro sporco e che si lascia evidentemente trasportare dal suo animo impulsivo, il secondo un paziente e meticoloso burocrate che non si lascia turbare da nulla.
In un dialogo di Everett con Jupiter scopriamo un importante tassello della sua storia: l'uomo è infatti scappato portando con sé le due figlie, per allontanarle da quella che ritiene non essere affatto stata una buona madre. Peccato che la Juniper di questo numero sembri molto più aggressiva e smaliziata del pulcino impaurito tratteggiato da Sciarrone nel numero precedente, rendendo la sua caratterizzazione incomprensibile per il lettore che ha assistito a due versioni della ragazza quasi opposte; è solo uno dei problemi dei disegni di Lorenzo Pastrovicchio che si conferma fuori forma anche in questo albo, con enormi vignette spoglie di particolari e personaggi con modelli incostanti e spesso sgradevoli. È una fase in cui l'abile disegnatore, che ha dato prova del suo talento nella prima serie, sta realizzando tavole sottotono; il motivo è forse da ricercare nel breve lasso di tempo trascorso tra un suo episodio e l'altro, che hanno quindi richiesto tempi di realizzazione sbrigativi a cui l'artista ha dovuto far fronte con una minor cura dei dettagli.
Parallelamente alle avventure da supereroe di Paperinik proseguono anche i problemi di vita quotidiana di Paperino, impegnato a fare da Cupido tra Rupert e Stella Nice, ma costretto a fare i salti mortali per impedire che Fitzroy scopra il nuovo nascondiglio della sua attrezzatura da PK, all'interno del pallone aerostatico a forma di Waldo. È bizzarro questo "universo parallelo" che ogni numero continua a sviluppare, ma è un efficace modo per ricordare i problemi quotidiani che il protagonista deve affrontare, a differenza della prima serie dove il papero mascherato dopo un po' svolgeva le sue missioni come se quasi non avesse più una vita senza mascherina e mantello.

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