Chrono Star Wars #13: Splinter of the Mind's Eye
La prima avventura di Luke e Leia extra-film rivive nell'adattamento a fumetti DH: tutti a caccia della gemma di Kaiburr in Splinter of the Mind's Eye
STAR WARS: SPLINTER OF THE MIND’S EYE
Data di pubblicazione: 1996
Disegnatori: Chris Sprouse
Colori: James Sinclair
Copertine: Mark Harrison
Anche nel caso di Splinter of the Mind’s Eye è necessario fare un po’ di storia antica starwarsiana e risalire direttamente al 1978, l’anno in cui Lucas, sorpreso più di molti altri dallo straordinario successo riscosso dalla sua pellicola, doveva decidere cosa fare della sua creatura. Sebbene la prosecuzione della saga cinematografica fosse ormai certa, un’altra delle opzioni percorribili all’epoca era la realizzazioni di vari film per la tv, scelta che avrebbe necessariamente imposto budget e mezzi a disposizione più limitati. Partirono vari progetti in cui si attingeva alla vasta mole di materiale rimasta inutilizzata dalle stesure precedenti di Star Wars. In una di esse figurava una gemma in grado di amplificare i poteri della forza, il cristallo Kyber. Riciclato nella gemma di Kaiburr, poteva costituire l’oggetto di una “quest” di stampo pseudomedievale (e giustificare così anche la riduzione del budget di realizzazione, essendo realizzato quasi interamente “a terra”), con Luke e compagni (meno Han Solo, la cui figura era ancora in attesa di “riconferme”) in gara contro Darth Vader per il possesso della gemma in questione.
Quando L’Impero Colpisce Ancora ottenne luce verde il progetto fu abbandonato, ma non archiviato: la stesura era abbastanza dettagliata da definire la storia nella sua interezza, e così fu riproposta in forma di libro: anzi, storicamente fu la prima storia “extra film” di Star Wars mai pubblicata, in un certo senso il progenitore di tutto l’Universo Espanso. Fu pubblicato nel 1978 con il titolo Splinter of the Mind’s Eye e, miracolosamente, nel giro di poco tempo anche da noi con il più didascalico “La Gemma di Kaiburr”, in un ormai introvabile Oscar Mondandori. A firmare la stesura, lo scrittore di fantascienza Alan Dean Foster, già firmatario non accreditato della novelization dello Star Wars originale, che stilò per conto e per nome dello stesso Lucas.
Fast forward di quasi vent’anni e Splinter of the Mind’s Eye torna a fare capolino in casa Dark Horse. Reduce dai buoni risultati ottenuti con l’adattamento di Heir to the Empire, la casa editrice dell’Oregon ha inviato robosonde alla ricerca di altri potenziali romanzi di cui proporre l’adattamento. Splinter, che ha fama di storia “perduta” e leggendaria, si adatta ottimamente allo scopo, e così ne parte l’adattamento in quattro numeri.
A curare i testi dell’adattamento viene chiamato un veterano del fumetto come Terry Austin, mentre le matite sono di Chris Sprouse. Come spesso accade negli adattamenti dei romanzi, è difficile dare una valutazione sulla trama che possa prescindere dalle scelte fatte nell’opera di riferimento. Lo Splinter originale è una storia che mescola momenti e concetti interessanti (il pianeta Mimban, piovoso, claustrofobico e soffocato dalle giungle, quindi il posto perfetto dove ospitare un antico e misterioso tempio da saccheggiare!) a trovate spiazzanti ma non necessariamente malvagie (lo scontro finale per il possesso della gemma avviene non tra Luke e Vader come tutti si aspettano, ma tra Leia e Vader, che per difendere l’amico (e futuro fratello) tramortito impugna per qualche minuto la sua spada laser ingaggiando un impari duello con l’Oscuro Signore) e momenti inquietanti (ignari come l’autore del rapporto fraterno che li accomuna, Luke e Leia si concedono qualche scambio romantico di troppo, comprensivo di, una, uhm, lotta nel fango). Forse l’adattamento a fumetti della Dark Horse guadagna qualche punto in più rispetto all’originale in quanto, muovendosi entro i parametri di un Universo Espanso più chiaramente definito, può permettersi piccole ma preziose “retcon” che non fanno male alla trama del romanzo originale ma lo aiutano a inserirsi meglio nella timeline complessiva: quindi Vader è al comando dell’Executor anche se nel romando non se ne fa parola, truppe Imperiali, alieni e scenari sono più “inseriti” negli standard starwarsiani attuali, e così via.
Funzionali e ben riusciti da questo punto di vista i disegni di Sprouse, dai tratti classicheggianti e dal taglio vagamente cinematografico, ma abbastanza ricchi di dettagli e di riferimenti all’universo filmico. Lo Splinter romanzesco si è guadagnato un piccolo angolo di storia in qualità di “patriarca” di tutti i romanzi, ma la versione fumettistica fa un ottimo lavoro per “recuperarlo” e introdurlo nella continuity generale della saga stellare.
Equilibrio della Forza
Lato Chiaro
Un’avventura che conserva la freschezza, il vigore e l’ingenuità dello Star Wars dei primordi. Gli appassionati di vecchia data e quelli della Sci-Fi classica in generale lo apprezzeranno.
Lato Oscuro
Il suo “muoversi alla cieca” in un universo che ancora doveva essere definito ne fa un’opera difficile da accettare e collocare, e molti la considerano “apocrifa”.
Giudizio finale
Splinter può essere apprezzato come reperto storico o come avventura sci-fi in stile pulp. Chi ama la visione d’insieme della saga ed eventi su scala galattica troverà ben poco pane per i suoi denti. Chi invece apprezza le avventure dai sapori retro (era proprio nell’anno di Splinter che il seme di Indiana Jones attecchiva nella mente di Lucas) si divertirà.
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Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione