Chrono Star Wars #6: Dark Lords of the Sith

Nel tempi antichi di Star Wars, la corruzione di due giovani Jedi ci apre per la prima volta le porte sul mondo degli oscuri signori: Dark Lords of the Sith

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STAR WARS TALES OF THE JEDI: DARK LORDS OF THE SITH

Miniserie di 6 numeri mensili

Data di pubblicazione: 1994-1995

Autori: Tom Veitch, Kevin J. Anderson

Disegnatori: Chris Gossett, Art Wetherell

Colori: Pamela Rambo

Copertine: Hugh Fleming

TOTJDLOS1-FC  Lanciato l’esperimento di Tales of the Jedi e consideratolo ampiamente riuscito, la Dark Horse entra nel vivo della sua saga “antica” con il secondo capitolo della trilogia delle Tales, emblematicamente intitolato Dark Lords of the Sith. Ai testi ancora Tom Veitch, che viene affiancato per l’occasione da Kevin J. Anderson, che proprio all’epoca sta stilando una trilogia di romanzi incentrata sull’accademia Jedi fondata da Luke Skywalker e vorrebbe intrecciare le vicende del futuro ordine Jedi con quelle del suo antico passato. Ai disegni torna anche stavolta Chris Gossett, che conferma la prestazione già fornita in Tales of the Jedi: un buon tratto adatto alle atmosfere mitologiche e antiche e varie intuizioni visive potenti, ma piuttosto discontinuo e lento nella realizzazione.

Se per il lettore odierno, cresciuto a colpi di Darth Maul, Darth Sidious, Darth Bane e tutto il resto della compagnia sentir parlare di Sith può sembrare naturale quanto immediato, ben altra era l’atmosfera che si respirava nel 1994 in quella galassia lontana lontana: per oltre quindici anni avevamo imparato a conoscere Darth Vader come Oscuro Signore dei Sith senza che nessuno avesse mai spiegato chi o cosa fossero i Sith, la natura Sith di Palpatine era ancora tutta da scoprire e anzi, ogni tentativo di fare luce sulla storia o sull’essenza dei Sith veniva proibito e rimandato al mittente dalla Lucasfilm. Dark Lords of the Sith è l’opera in cui si solleva per la prima volta il velo sulle misteriose figure votate al lato oscuro, consolidando ufficialmente il loro ruolo come nemesi dei Jedi e detentori di arcani poteri letali.

Anche in questo caso, il risultato è affascinante e ipnotico: dal nulla si passa a contemplare un’intera civiltà fatta di amuleti e talismani, templi, esperimenti alchemici, vallate funerarie, spiriti irrequieti e tribù aliene asservite. Intelligente e funzionale è inoltre l’idea di swdl4condurci alla scoperta del mondo dei Sith attraverso il viaggio di due cavalieri Jedi un po’ troppo curiosi per il loro stesso bene, Ulic Qel-Droma (già protagonista della serie precedente) e la new entry Exar Kun. La storia di Dark Lords of the Sith è esattamente il percorso di caduta e corruzione di questi due personaggi, che procede parallelamente e su due strade molto diverse, ma che conduce allo stesso traguardo, vale a dire la caduta nel lato oscuro e l’avvio di una nuova guerra su scala galattica tra le forze della luce e quelle delle tenebre.  Nel precipitare degli eventi restano coinvolti anche gli altri protagonisti del primo capitolo di Tales of the Jedi, a volte come vittime, a volte come spettatori impotenti, altre volte come tenaci avversari.

Senza rovinare il gusto della lettura a chi volesse scoprire o riscoprire questa saga, ci limitiamo a dire che il blocco centrale di questa trilogia, come spesso accade, è quello che funziona meglio: il lettore conosce ormai i personaggi di Tales of the Jedi abbastanza bene da poter capire come si muovono e quali saranno le loro reazioni agli eventi tumultuosi in corso, e anche quelli nuovi appena introdotti (primo tra tutti Exar Kun, che svetterà fino a diventare una delle figure più apprezzate e ricordate di tutto l’Expanded Universe) sono tratteggiati con coerenza e realismo.

Com’è ovvio che sia, Dark Lords of the Sith narra una storia oscura e serrata, che lascia ben poco spazio a momenti rilassati, comici o esaltanti: anche nelle scene che dovrebbero avere come protagonisti i Jedi e i paladini del Lato Chiaro incombe un velo opprimente e minaccioso, foriero di tempi e svolte buie per tutti i protagonisti. In mezzo a tutto questo, Veitch e Anderson trovano anche il modo per visitare ed esploraDark Lords of the Sith 6re fino in fondo uno degli ambienti della trilogia classica, la luna di Yavin che ospitava la base Ribelle in Una Nuova Speranza, donando una storia e un passato ai misteriosi templi che spuntano nella sua giungla e promettendo ulteriori sviluppi per una delle ambientazioni più affascinanti ma meno utilizzate della trilogia. C’è ben poco che si possa rimproverare a Dark Lords of the Sith, i cui meccanismi narrativi girano bene e perfettamente integrati gli uni agli altri: come è tipico del capitolo centrale di una trilogia si conclude con un cliffhanger e prepara il terreno allo scontro finale del capitolo successivo, ma è sufficientemente ricco di colpi di scena e di momenti epici propri da non limitarsi ad essere un semplice capitolo di preparazione. L’unico neo negativo che spicca innegabilmente agli occhi del lettore è ancora una volta la sua discontinuità grafica: Gossett crolla sul traguardo e non ce la fa a realizzare il numero conclusivo della serie. Lo sostituisce Art Wetherell, che però, vuoi per i tempi ristretti, vuoi per uno stile eccessivamente diverso e semplificato, non fornisce una prestazione in tono con il resto del volume proprio nel capitolo finale dove un impatto visivo maggiore sarebbe tornato senza dubbio a beneficio della storia.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

- Un secondo capitolo ricco di eventi e colpi di scena, atmosfere riuscite e il primo storico squarcio oltre il velo che avviluppava le figure dei Sith.

- L’entrata in scena di Exar Kun, uno dei personaggi più memorabili e riusciti dell’Expanded Universe.

- Tutti i punti di forza tipici di Tales of the Jedi: libertà di spaziare con trame e personaggi, ambientazione avvincente, storia di ampio respiro.

Lato Oscuro

- La discontinuità grafica dell’ultimo capitolo, che è quello che più ne aveva bisogno, impedisce di godersi le vicende dello scontro finale come meriterebbero.

Giudizio Finale

Dark Lords of the Sith può non piacere solo a chi non trova di suo gradimento l’esperimento di Tales of the Jedi nella sua interezza per gli elementi citati a suo tempo (estraneità alle vicende del presente, assenza dei personaggi tradizionali, ecc), ma altrimenti è una delle produzioni più riuscite e avvincenti della prima fase delle produzioni Dark Horse. Expanded Universe al suo meglio, come dovrebbe sempre essere. Vivamente raccomandato.

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Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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