Chrono Star Wars #5: Star Wars Droids
Una serie che strizza l'occhio ai lontani cartoni animati del 1985 e principalmente a un pubblico infantile: le avventure di R2D2 e C3PO in Star Wars Droids
(nota anche come The Kalarba Adventures in TP)
Data di pubblicazione: 1994-1995
Disegnatore: Bill Hughes, Ian Gibson
Colori: Pamela Rambo
Copertine: Cam Kennedy, Kilian Plunkett
Star Wars Droids affonda le sue radici nella preistoria dell’Expanded Universe di Star Wars, rifacendosi a un nebuloso ricordo nell’immaginario collettivo degli appassionati starwarsiani, l’omonima serie a cartoni animati prodotta da Nelvana e trasmessa negli anni 1984-85, subito dopo la conclusione della trilogia classica. La serie a cartoni, che vedeva C-3PO e R2-D2 negli anni precedenti a A New Hope passare da un padrone all’altro negli angoli più disparati della galassia, generalmente aiutando ogni nuovo padrone a risolvere i suoi problemi o a trovare la sua strada nella vita prima di essere spinti dagli eventi verso nuove direzioni, era sotto certi aspetti una prima avvisaglia del morbo che aveva già dato origine agli Ewok e stava inducendo Lucas a orientare le storie di Star Wars verso temi e un pubblico a predominanza infantile. Tuttavia, all’epoca fu l’unica prosecuzione dell’universo di Star Wars in anni segnati da un buio completo, e i curatori della serie (tra cui quel Paul Dini che avrebbe portato alla gloria le avventure animate di Batman e il Ben Burrt guru degli effetti sonori) riuscirono a inserire negli episodi qualche intuizione geniale, come un’ottima comparsata di Boba Fett e l’introduzione dell’Ammiraglio Imperiale Skreed, e così, pur rimanendo in essenza un prodotto per bambini, la serie rimase impressa negli appassionati di vecchia data.
Agli albori della sua avventura starwarsiana, la Dark Horse era indubbiamente in cerca di filoni diversificati da esplorare, e il lancio della testata Star Wars Droids fu un tentativo di richiamare e sviluppare i temi e le atmosfere della vecchia serie animata, magari inserendole in un contesto più canonico di continuity e sfuggendo alle rigide restrizioni che all’epoca regolavano le serie animate (tra le varie cose, non era possibile mostrare i personaggi usare armi da fuoco, cosa che in un’ambientazione come Star Wars qualche problemuccio può darlo).
Erano due le possibili strade da percorrere nel realizzare Star Wars Droids: mantenere il tema comico e ironico che caratterizza le figure dei due droidi ma esplorarlo in chiave alternativa, magari più adulta, smaliziata e giocando un po’ coi molti archetipi di cui Star Wars fa abbondante uso, oppure puntare sul sicuro e seguire il solco della serie animata, narrando storie semplici, spesso con una “morale” finale, e limitando il ruolo comico a gag basilari, tradizionali o addirittura “slapstick”. Purtroppo i responsabili della serie, l’autore Dan Thorsland e il disegnatore Bill Hughes optano per questa seconda ipotesi, facendo di Star Wars Droids una serie che imita in tutto e per tutto la serie animata (di cui potrebbe costituire un’ipotetica “seconda stagione”), limiti compresi. Salvo una simpatica parentesi nel numero 3, giocata sull’archetipica gag dello scambio di identità e che vede un droide protocollare identico a C-3PO programmato come droide assassino seminare subbuglio nella vita dei droidi e dei suoi padroni e che fa di “C-3PX” un personaggio alquanto cupo e insolitamente introspettivo, tutto procede nel più tradizionale dei modi. Pochi o nulli gli sviluppi o gli approfondimenti sui personaggi dei droidi stessi a cui, come spesso accade ai comici “veri”, viene chiesto di ripetere all’infinito un copione già visto troppe volte. E se è vero che la serie scivola via senza particolari momenti d’infamia, lo stesso si può dire per eventuali momenti di lode, pressoché assenti. Unica nota di merito che è probabilmente giusto segnalare è il lavoro di uno dei due disegnatori coinvolti, Ian Gibson, Hughes, che produce un tratto in stile “cartoon” funzionale allo scopo, stilizzato e piacevole.
Dopo la prima miniserie di sei numeri, riproposta anche in paperback con il sottotitolo The Kalarba Adventures, dovuto al nome del sistema in cui si svolge questo ciclo di avventure, la Dark Horse ci riproverà proponendo una seconda serie e un paio di speciali, ma presto risulta chiaro che il grosso del corpo dei lettori desidera altro, e da allora i due droidi torneranno a comparire in altre storie solo in chiave di comprimari, ruolo probabilmente più adatto a loro.
Equilibrio della Forza
Lato Chiaro
- Appetibile per chi cerca storie semplici, tradizionali e adatte a un pubblico infantile e ai cultori della preistorica serie d’animazione.
Lato Oscuro
- Formule comiche spesso ripetitive, situazioni già viste, rilevanza pressoché inesistente sia nel quadro globale della saga che nell’approfondimento dei personaggi coinvolti.
Giudizio Finale
Star Wars Droids è un satellite molto marginale nella galassia delle pubblicazioni a fumetti di Star Wars. Può avere un fascino per i completisti, per chi ricorda con affetto i cartoni animati a cui si ispira o per i fan all’ultimo stadio di C-3PO e R2D2, ma per il resto può essere considerato una lettura facilmente trascurabile.
Chrono Star Wars #4: Dark Empire II
Chrono Star Wars #3: Classic Star Wars
Chrono Star Wars #2: Tales of the Jedi
Chrono Star Wars #1: Dark Empire
Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione