Ottime critiche per She-Hulk #1
She-Hulk #1 trova ottime critiche in patria, segnalandosi come un prodotto particolarissimo e subito interessante
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
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Settimana scorsa è uscito il primo numero della nuova serie su She-Hulk di cui vi abbiamo dato l'annuncio tempo fa. Ci era stata promessa, dallo scrittore Charles Soule, una testata inusuale e un'avventura diversa dalle altre, e così è: She-Hulk #1 non è un normale fumetto supereroistico. La storia si concentra sulla vita di Jennifer Walters quando non è una vendicatrice, quando non mena le mani, quando non è impegnata a salvare il mondo dai cattivi.
Non c'è traccia delle avventure divertite dei cicli degli anni Novanta di John Byrne. L'atmosfera è intimista e soffusa, in qualche modo. Le critiche in patria, però, sono altrettanto entusiaste, sia della struttura e della prospettiva narrativa, che dei disegni di Javier Pulido. Quindi segnaliamo a tutti i lettori questo potenziale nuovo fumetto di culto della Marvel, che pare aver imparato la lezione di Matt Fraction e averne fatto tesoro. Vedremo per quanto tempo, un esperimento così particolare possa reggersi sulle proprie gambe anche presso il pubblico.
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Riprendendo da vicino, in qualche modo, l'idea narrativa di Hawkeye di Matt Fraction, pluripremiata serie del 2013, questo nuovo esordio di She-Hulk racconta la carriera di avvocato di Jennifer, le sue storie personali, stralci interessanti della sua quotidianità, concentrandosi fortemente sulla personalità del personaggio. Ogni azione eroica di cui si racconta, accade lontano dalla nostra vista, vi si accenna soltanto.