Macanudo 5, la recensione
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Ecco, in sintesi, nel caso siate quel genere di lettori che butta un’occhiata veloce all’inizio di una recensione per capire di cosa si stia parlando.
Descrivere Macanudo a chi non lo conosce non è facile.
Non c’è un gruppo di protagonisti, una trama, un universo narrativo ben preciso. Ciò che lega tra loro le strip è una particolare visione del mondo attraverso un filtro surreale, in episodi completamente assurde o situazioni quotidiane la cui normalità all’improvviso viene sostituita dal più folle non-sense.
La filosofia di Liniers è semplice: sperimentare, osare, sbagliare.
In fondo disegna strisce quotidiane, può permettersi di realizzare ogni tanto un delirio insensato, perché tanto il giorno successivo ha la possibilità di andare in una nuova direzione e creare qualcosa di completamente diverso rispetto alla striscia precedente. Se durante la lettura di Macanudo può capitare (raramente, in base alla sensibilità di ognuno) di imbattersi in una striscia più sottotono delle altre, subito ci si trova davanti qualcos'altro, non ci si ferma un'istante in una corsa attraverso il divertente e poetico mondo di follia creato da Liniers. Ma allo stesso tempo ci si potrebbe soffermare su ogni striscia per ammirare la semplicità del tratto, con il quale l'autore argentino sfoga su carta la sua fantasia.
Qualcuno potrebbe dire che il coraggio è un ingrediente fondamentale dell'arte... bè, Macanudo ne è un ottimo esempio. Liniers osa, si butta nel vuoto, esplora nuovi approcci col media fumetto. Forse potrà cadere, a volte, ma in altri casi raggiunge vette che sorprendono ed emozionano. Sì, perché nel suo osare Liniers riesce addirittura a svincolarsi dalla risata e alcune strisce non fanno ridere. Perché non è ciò che vogliono. Alcune strisce fotografano un abbraccio e disegnano un dolce sorriso sul volto del lettore, alcune strisce criticano la società, alcune strisce fanno semplicemente spuntare un punto interrogativo sopra la testa di chi le legge, e stop.
Ma un po' alla volta chi le legge se ne innamora e capisce che Macanudo è questo, un'atmosfera, una visione naif del mondo deformato in un mondo onirico e bizzarro. Così, un po' alla volta, ci si affeziona al gatto Fellini, al mostro Olga, alle strane cose che sono successe a Picasso, al misterioso uomo in nero, il robot sensibile e l'oliva Oliverio, solo alcuni dei bizzarri personaggi che ricorrono nel pantheon creato da Liniers.
Finora Macanudo è stato pubblicato nel nostro Paese con un albo nuovo quasi ogni anno. La notizia di qualche mese fa delle difficoltà economiche in cui si trova la casa editrice Double Shot potrebbe significare l'interruzione della vita editoriale di Macanudo in Italia. Ovviamente ci auguriamo che la Double Shot possa risollevarsi da questa situazione infelice, così come ci auguriamo di non veder scomparire l'opera di Liniers dai nostri scaffali.
In un mercato come quello italiano, così tanto interessato al fumetto, sarebbe inconcepibile l'assenza di un'opera come Macanudo.