Shia LeBoeuf, il plagio, i fumetti
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
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Chi l'ha detto che i comics sono una forma di intrattenimento e di espressione artistica minoritaria? Un sacco di gente. E molti di coloro che non lo dicono, a volte, lo pensano. Ma poco importa, finché ci saranno fumetti in grado di riverberare nella cultura popolare, di ripercuotersi come un'onda nelle alte sfere dei movimenti artistici più disparati e fare notizia, foss'anche solo di rimbalzo. Shia LaBoeuf, giovane e famosissimo attore protagonista della trilogia cinematografica di Transformers e sotto i riflettori in questo momento per l'atteso, e potenzialmente scandaloso, Nymphomaniac di Lars Von Trier, ha pubblicato un simpatico cortometraggio, scritto, diretto e interpretato da se stesso medesimo: the Shia. Peccato che, come vi ha raccontato ieri Badtaste.it, i monologhi di questo interessante film siano presi di peso da un graphic novel del 2007, dal titolo Justin M. Damiano. L'autore del fumetto, Daniel Clowes, ha pubblicamente accusato LaBoeuf di plagio e l'attore è stato costretto ad ammettere la colpa, a chiedere scusa per essersi scordato di accreditare il fumettista come fonte di ispirazione e per aver esagerato nel prendere spunto dalle pagine del romanzo grafico. Il corto, pubblicato in rete, è scomparso. Reso privato dall'account di LaBoeuf, non è più visibile al pubblico. Trovate i dettagli su tutta la storia su questo articolo dei nostri dirimpettai di network. Una bella pubblicità per Clowes, una discreta soddisfazione per il movimento fumettistico, in questi giorni in cui in Italia si è fatto un gran parlare di nomi, definizioni, natura e dignità di questa nostra ineliminabile passione.
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