Conan: gli Accoliti del Cerchio Nero

Dark Horse propone l’adattamento di uno dei grandi classici di Howard

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Sono diverse le iniziative proposte da Dark Horse incentrate sul barbaro cimmero nato dalla penna di Robert E. Howard, in un alternarsi di riproposizioni dei classici degli anni 70 come “Savage Sword of Conan” e di storie originali create da numerosi talenti del panorama fumettistico odierno, come l’attuale serie regolare curata da Brian “X-Men” Wood, indice dello zoccolo duro su cui può contare questo filone e della potenza di un’icona senza tempo che, da letteraria a cinematografica, ora può dirsi anche fumettistica.

A tali iniziative si aggiunge ora una miniserie che risulterà particolarmente gradita ai cultori di vecchia data delle avventure Hyboriane, in quanto propone l’adattamento a fumetti di quella che universalmente è considerata una delle migliori storie di Conan, “Gli Accoliti del Cerchio Nero” (a volte intitolata anche “i Veggenti Neri”).

La storia, una delle più lunghe che Howard abbia mai scritto, vede Conan coinvolto suo malgrado in una missione di vendetta che lo porterà a scontrarsi contro i misteriosi adepti che danno il titolo all’opera. Oltre che per la sua lunghezza, si distingue dal resto della produzione Hyboriana di Howard anche per il fatto che la magia gioca un ruolo determinante nel racconto, a differenza di molte altre storie in cui veniva messa in secondo piano o del tutto assente (“Meglio che acciaio e archi prevalgano senza l’aiuto delle arti... l’uso costante di potenti incantesimi scatena forze che potrebbero sconvolgere l’universo”: un detto Hyboriano che riflette bene non solo la filosofia principale di quelle terre immaginarie, ma anche dell’autore stesso).

Forse proprio per l’uso centellinato che Howard ne faceva, i suoi elementi magici risaltano sia in termini di efficacia che di atmosfera, specialmente se si considera l’influenza che aveva sull’autore un altro titano letterario dell’epoca, H.P. Lovecraft. Spiega l’autore della miniserie di quattro numeri, Fred Van Lente:

Howard venerava Lovecraft, e l’influenza di quest’ultimo è chiaramente visibile nelle sue opere, e soprattutto nei Veggenti Neri di Yimsha, il Cerchio Nero. Ho lavorato a stretto contatto con il disegnatore Ariel Olivetti per raffigurare la magia in modo interessante, diversa dai dardi incantati che partono dalle dita dei maghi, tipici dei videogiochie dei cartoni animati. Addentrandoci in una magia di tipo dark fantasy, poco lontana dal genere horror, abbiamo voluto renderla spaventosa e inquietante. La gente che la pratica ne viene deformata fisicamente, e risulta ben chiaro non solo perché Conan odi la magia, ma anche perché tutto il resto del mondo ne sia spaventato.

L’adattamento di un’opera letteraria “cult” è un terreno spesso rischioso, in quanto è facile deludere gli appassionati del genere proponendo una visione diversa dall’originale. Cosa devono aspettarsi i lettori di Howard dal punto di vista della fedeltà all’originale?

Fin dall’inizio, il mio intento è stato di farne un adattamento parola per parola. Non a livello narrativo globale, ovviamente: nelle introduzioni ai capitoli ho sparso dei brani di prosa originale qua e là. Ma il 98% dei dialoghi appartiene direttamente a Howard. È una scelta che mi sono imposto fin dall’inizio, e ho ritenuto che il mio compito fosse quello di prendere la sua storia e di mostrarla sotto la migliore luce possibile in forma fumettistica.

Il primo numero della miniserie “Conan and the People of the Black Circle” è prevista per il dicembre 2013 per i tipi della Dark Horse. Non è ancora disponibile nessun dato per una potenziale edizione italiana, anche se è presumibile che come tutti i titoli correlati a Conan, la sua pubblicazione avverrà sotto le insegne Panini Comics.

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Fonte: Newsarama

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