Una commedia contro i fanatici

Omaggia John Hughes, mette alla berlina i bigotti che distruggono la reputazione delle persone e soprattutto offre un ruolo da protagonista a una star del futuro. Si tratta di...

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Fonte: Varie

... Easy A (Easy Girl da noi). Potremmo banalmente catalogarla come una commedia al college, inserendola in un filone che probabilmente comprende ormai migliaia di titoli. Eppure, c'è qualcosa di strano e diverso in questo prodotto. In una Hollywood che tenta sempre di conquistare ogni fascia di pubblico possibile, non è comune vedere un attacco così diretto al bigottismo religioso. Magari la figura della ragazza fanatica sarà anche eccessiva (ma poteva essere molto più spinta in realtà), comunque è interessante vedere una storia raccontata con un punto di vista forte e senza preoccuparsi delle esigenze del marketing di non scontentare nessuno, riuscendo a mettere insieme nella stessa frase Twilight e la Bibbia.

Ovviamente, non è questo il pregio maggiore della pellicola, altrimenti mi ritroverei a sostenere un film per ragioni 'politiche' e non artistiche. E qui di arte ce n'è molta, soprattutto se pensiamo al magnifico cast. Di sicuro, Emma Stone sembra proprio essere una star, in grado di passare da una grande ironia a una forza arrabbiata che non teme ostacoli. Insomma, quello che sarebbero potute diventare Lindsay Lohan e Kirsten Dunst, se non avessero avuto problemi personali e di scelta del materiale su cui lavorare. Speriamo il suo futuro sia ben diverso.

Ma forse a sorprendere anche di più è il resto del cast. Qui siamo su altissimi livelli. Stanley Tucci e Patricia Clarkson formano una coppia esilarante, così come un altro duo notevole è quello rappresentato da Thomas Haden Church e Lisa Kudrow (quest'ultima anche autrice di una trasformazione notevole nel corso della pellicola). E senza dimenticare il piccolo ruolo di Malcolm McDowell (perfetto nella parte) o la conferma che Aly Michalka è un'attrice che può dire la sua (come già sapeva chi aveva visto il gioiellino Bandslam). E qui sono bravi anche Cam Gigandet e Amanda Bynes, miracolo!

Ma soprattutto Easy A ha un cuore, dei sentimenti, dei personaggi che non puntano alle facili risate, ma che risultano toccanti e con scene che non si dimenticano. Insomma, l'idea di prendere un classico (in questo caso, La lettera scarlatta) e trasformarlo in chiave moderna funziona benissimo. Certo, forse a una seconda visione l'effetto non è ugualmente convincente e non diventerà una pellicola di culto come quelle anni ottanta che cita. Ma difficile negli ultimi anni pensare a un omaggio più convincente a John Hughes...

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