La Cina vara norme più severe per le produzioni USA che intendono ottenere finanziamenti e una distribuzione agevolata, come recentemente avvenuto con Iron Man 3...
Negli ultimi due-tre anni sono numerose le grandi produzioni americane (e non) che hanno cercato il modo per ottenere finanziamenti e una distribuzione in Cina. Il colosso orientale, infatti, è un mercato sempre crescente dal punto di vista cinematografico, e ottenere una buona posizione il prima possibile nella distribuzione può rappresentare un grande vantaggio nei prossimi anni, quando si pensa che la diffusione dei film occidentali sarà sempre maggiore.
Questo tuttavia si scontra con l'autarchia e la chiusura culturale della Repubblica Popolare, che permette solo a un numero ridotto di pellicole internazionali (36) di essere proposte nel Paese. Una delle condizioni per ottenere una ampia distribuzione e una percentuale maggiore di incassi è la presenza di attori cinesi nel cast e il fatto che alcune scene siano girate in Cina.
Per limitare il successo di produzioni americane, per esempio, il China Film Group impone sovrapposizioni: recentissimo è il caso del Cavaliere Oscuro: il Ritorno e di The Amazing Spider-Man, usciti contemporaneamente ieri, ovviamente cannibalizzandosi a vicenda (la Warner Bros. ha provato inutilmente a negoziare un'altra data di uscita). Solo qualche settimana fa L'Era Glaciale 4 è uscito in contemporanea con The Lorax, il risultato è stato un grosso svantaggio per quest'ultimo.
Film come Looper, I Mercenari 2, Cloud Atlas e Iron Man 3 saranno avvantaggiati seguendo queste regole, ma stando a
Variety le cose cambieranno presto. Per impedire quelli che il governo cinese ritiene siano degli "abusi" le regole sono state modificate: ora per ottenere una distribuzione agevolata i film stranieri dovranno aver ottenuto un terzo dei finanziamenti in Cina, avere un cast prevalentemente cinese ed essere girati almeno in parte in Cina. "Alcune cosiddette co-produzioni si limitano a fare modifiche superficiali, utilizzando pochi investimenti ottenuti in Cina e inserendo pochissimi elementi cinesi. Eppure le chiamano co-produzioni," ha spiegato Zhang Peiming a capo dell'amministrazione statale Radio, Film e Televisione. "Queste co-produzioni aggirano il sistema delle limitazioni nella distribuzione e tolgono gli investimenti locali minacciando i film cinesi".