Abbiamo visto 40 minuti di World War Z in anteprima: il commento
Abbiamo visto una proiezione in anteprima per la stampa di 40 minuti del film. Si è capito poco della trama ma molto di come sono trattati gli zombie...
AVVERTENZA 1: la visione parziale dei film porta facilmente ad errori di valutazione. Per propria natura le proiezioni di alcuni minuti sono un aggregato di sequenze d’azione, le migliori, slegate tra loro ed epurate dalle parti che funzionano di meno. Sono insomma i minuti più efficaci mescolati senza il collante dato dalle scene di transizione anche se con molti effetti speciali mancanti o provvisori. Dunque, benchè sia possibile comunque capire il tipo di lavoro fatto a diversi livelli, è lo stesso prematuro e fuorviante dare giudizi definitivi.
AVVERTENZA 2: Avendo visto scene sparse tratte da tutto il film (ma nulla che sia troppo vicino al finale sembra di intuire) un po’ di spoiler è inevitabile.
Le scene mostrate alla stampa tratte da World War Z sono state:
Una versione più lunga di quella visibile nel trailer (la famiglia imbottigliata nel traffico);
Una parte in cui Brad Pitt nel mettere al sicuro i suoi cari ritiene di essere stato contagiato e agisce di conseguenza;
Una in cui è mostrato un centro operativo militare nel quale si cerca di capire quanti giorni impiegherà la razza umana a soccombere (81);
Una parte in una base sudcoreana (dove forse si trova il paziente 0);
Una a Gerusalemme (unico posto misteriosamente preparato all’invasione);
Una su un volo di linea.
In linea di massima questi 40 minuti hanno confermato quanto lasciato intuire dai trailer, ovvero che la grande particolarità del film è la sua scala e la maniera in cui porta all’estremo la visione moderna degli zombie, cioè quelli che corrono e somigliano a cani rabbiosi. Meno si è capito quanto conterà la geopolitica nella trama.
E’ ancora più chiaro come World War Z diusmanizzi il morto vivente (se era possibile farlo ancor di più di quanto non si sia già visto), rendendolo una minaccia totalmente slegata dall’aspetto umano, una furia inarrestabile, orde di esseri che si muovono come colti da crisi epilettiche, in un furore mai visto nemmeno negli animali spaventati che li porta a gettarsi contro le vittime invece che aggredirle. Questo è evidente sia a livello macro (le scene di massa già viste nel trailer in cui gli zombie come formiche formano una piramide umana), che a livello micro (gli scontri uno contro uno sono condotti con una furia quasi esaltante).
Quel che invece si comprende di più e meglio è la portata del film, come intenda cioè fare un racconto globale.
Quando arriva un’apocalisse zombie infatti è sempre tutto il mondo ad essere contagiato, anche se questa pandemia non la vediamo mai, invece World War Z vuole portare il suo protagonista (un esperto di infezioni) in giro, di nazione in nazione, e passa molto del suo tempo (almeno per quanto si è visto) a mostrare il controcampo della visione di Brad Pitt, cioè a mostrare cosa guardi, da cosa sia attratto, i particolari che lo sconvolgono di scenario in scenario, di paese in paese e ovviamente i dettagli utili alla soluzione della trama.
Come era prevedibile questi 40 minuti raccontano un gran bel film, dotato del punto di vista giusto in un equilibrio quasi perfetto tra la mania di grandezza digitale americana (grandissime panoramiche, riprese dall’elicottero, scene di massa e di tensione) e il piccolo racconto intimo di una famiglia spezzata e divisa (papà portato in giro per il mondo e gli altri messi in sicurezza).
Ma quel che più che altro colpisce è la maniera senza pietà o empatia con la quale sono guardati gli zombie, esseri privi di possibilità di pensiero, bestie feroci spersonalizzate, presi a grappoli di migliaia, che muoiono di continuo senza cura ma sono talmente numerosi da sembrare infiniti.
E’ un’invasione di massa vista da un punto di vista ad altezza uomo, con macchina a mano mobile e un protagonista continuamente in mezzo a tantissime persone eppure sempre solo. Una volta sono sconosciuti, un’altra sono militari, un’altra ancora persone che non parlano la sua lingua. Per tutti questi motivi il rischio di andare vicino all’estetica di The walking dead è scampato, questo film è nettamente un’altra cosa.
*SPOILER GROSSO*
Si intuisce che si troverà una cura, poichè in una scena di massa di un assalto Brad Pitt nota che un bambino nella folla è totalmente trascurato dai morti viventi che gli passano accanto per aggredire altri. Nonostante sia costretto a scappare e non possa andare a cercarlo è chiaro che rimane colpito dalla visione come è altrettanto chiaro che quella, in qualche maniera, sia la chiave per la soluzione.
Insomma, almeno per 40 minuti c’è la garanzia che World War Z avrà buone idee, gran ritmo e un modo (abbastanza) originale di trattare l’argomento più abusato degli ultimi anni.
NOTA: nel film si fa una curiosa distinzione terminologica. Benchè sia ambientato in una realtà in cui la parola zombie esiste (anche se non è stato possibile capire quanto i personaggi conoscano già il concetto di morto vivente o quanto la cosa sia trattata come un fenomeno sconosciuto), i morti che camminano sono chiamati da tutti zedek.
Cosa ne pensate? Potete dircelo in questo topic del Forum Cinema!
Nel cast di World War Z, oltre a Brad Pitt, anche Anthony Mackie, Matthew Fox, Mireille Enos e James Badge Dale.
Il film ruota attorno a un impiegato delle Nazioni Unite di nome Gerry Lane (Brad Pitt), che attraversa il mondo in una corsa contro il tempo per fermare l'epidemia zombie che sta rovesciando eserciti e governi e minaccia di decimare l'umanità stessa. Mireille Enos interpreta la moglie di Gerry, Karen Lane. Kertesz è il suo compagno d'armi, Segen.
L'uscita è prevista per il 21 giugno 2013, il 27 in Italia.