Star Wars: l'economia e non la Forza spiega la caduta dell'impero e la nascita del primo ordine

In Star Wars il ruolo della Forza nel declino e caduta dell'Impero potrebbe essere stato sovrastimato...

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Credete che l’Impero sia crollato per mano di Luke Skywalker?

Che la distruzione della Morte Nera sia stata un successo militare?

Che l’Alleanza Ribelle abbia dato vita a una Nuova Repubblica prospera e felice?

Nulla di più sbagliato.

L’Impero Romano d’Occidente non cadde per la deposizione di Romolo Augustolo ma perché, come ci spiega Max Weber, la svalutazione del Sesterzio costrinse a una regressione dall’economia monetaria all’economia naturale. Allo stesso modo l’Impero Galattico ha pagato i limiti economico/amministrativi nati durante la Vecchia Repubblica e proseguiti con l’amministrazione di Palpatine, cui l’Alleanza Ribelle, lungi dall’essere una vera minaccia, ha costituito il pungolo finale.

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Dopotutto, basandoci su quello che sappiamo finora riguardo Il Risveglio della Forza a trent’anni buoni dalla battaglia di Yavin la situazione galattica rimane orrendamente caotica, con una specie di “Repubblica di Salò” dell’Impero - il Primo Ordine - ancora in grado di mettere in difficoltà le forze guidate da Leila e Han Solo.

Possiamo immaginare che un conflitto su scala interplanetaria non possa essere risolto da poche battaglie decisive, ci mancherebbe, ma tre decenni di guerra civile, dopo aver annientato i principali comandanti dell’opposizione e distrutto due stazioni spaziali grandi come piccole lune, sarebbero considerati un fallimento anche dal più mediocre dei leader politici.

Come per l’Impero Romano, però, le orrende sconfitte di Yavin e Endor, erano solo il sintomo di un male ben più grave, la totale insostenibilità del sistema economico galattico

Come per l’Impero Romano, però, le orrende sconfitte di Yavin e Endor, erano solo il sintomo di un male ben più grave, la totale insostenibilità del sistema economico galattico. Il professor Zachary Feinstein, ordinario di ingegneria finanziaria presso la Washington University, ha spiegato in un recente paper scientifico come, nonostante la forza scorra potente in Luke Skywalker, l’Alleanza Ribelle non fosse in grado di garantire una transizione pacifica dal gioco imperiale alla nuova era repubblicana.

Il prof. Feinstein stima infatti che i costi produttivi della prima Morte Nera si aggirino attorno a 193 QUINTILIONI di euro odierni. Il calcolo, effettuato dal sito Centives.net è relativamente semplice: La Morte Nera ha un diametro di 140 kilometri e, secondo le fonti recuperate dai Bothan, è composta principalmente d’acciaio. Dal punto di vista ingegneristico possiamo immaginare che la densità della Stazione Spaziale sia comparabile, con le dovute riduzioni, a quelle di una portaerei; prendendo come modello la Gerald Ford, ammiraglia della marina americana, scopriamo che la nave ha un volume di 28,591.2 metri cubi, per una massa di circa 22.000 tonnellate.

A questo punto è semplice riportare i dati alle dimensioni della Morte Nera: per un volume di circa 1.440.000 chilometri cubici abbiamo una massa ferrosa da 1.08 x 1015 tonnellate. Si tratta di un’uno seguito da quindici zeri.

Non sappiamo quanto costi un chilo di ferro proveniente dalle miniere di Mustafar, probabilmente l’impero lo estrae con metodi non totalmente rispettosi della legge 626, ma, per fini informativi, possiamo immaginare un costo simile a quello terrestre, ovvero più o meno 500 euro a tonnellata. Fatti i dovuti calcoli e aggiungendo i costi di ricerca e sviluppo si ottengono i 193 quintilioni di cui sopra.

Allo stesso modo la seconda Morte Nera, con i suoi 140 km di diametro, è costata alle casse imperiali 226 quintilioni di euro, per un investimento totale di 419 quintilioni.

Le cifre assolute, però, non ci dicono molto: come la crisi greca ha insegnato a noi terrestri europei, il vero problema è la sostenibilità del debito pubblico, ovvero il rapporto fra il prodotto interno lordo e i costi che il governo si sobbarca.

Non disponendo di entrature presso l’equivalente imperiale dell’ISTAT, il prof. Feinstein ha dovuto procedere per analogia: paragonando la creazione della prima Morte Nera al Progetto Manhattan scopriamo che lo sviluppo della prima bomba atomica ha rappresentato per il governo americano un investimento pari allo 0,21% del PIL annuale degli Stati Uniti, il tutto su un lasso di tempo di circa dieci anni.

Grazie alla trilogia dei prequel sappiamo bene che la Morte Nera ha richiesto, più o meno, vent’anni di lavoro fra ricerca, sviluppo e costruzione vera e propria

Grazie alla trilogia dei prequel sappiamo bene che la Morte Nera ha richiesto, più o meno, vent’anni di lavoro fra ricerca, sviluppo e costruzione vera e propria. Anche qui come per i costi possiamo dunque immaginare che l’arma definitiva dell’Impero abbia rappresentato più o meno lo 0,20% del PIL galattico su vent’anni, per un totale di 96 sestilioni di euro odierni, ovvero 4,6 sestilioni di euro l’anno.

Per fare un paragone, il PIL aggregato del pianeta Terra si aggira sui 78 bilioni di euro annui (di cui una quarantina prodotti solo da Stati Uniti e Unione Europea).

A questo punto è necessario capire come l’Impero abbia potuto finanziare una tale opera. Stando a Wookiepedia la principale istituzione finanziaria della Galassia lontana, lontana è l’IGBC, il clan bancario intergalattico, una sorta di superbanca nata come ente privato ma “nazionalizzata” (galatticizzata si può dire?) durante le guerre dei cloni in modo tale da garantire alla Repubblica denaro sufficiente per pagare i fornitori militari (i clonatori di Kamino non sono a buon mercato, lo sappiamo tutti).

Pure in questo caso abbiamo un precedente storico: durante la Seconda Guerra Mondiale la Federal Reserve, la banca centrale americana, rappresentava circa il 20% del prodotto interno lordo nazionale. Dato che l’economia monetaria funziona nello stesso modo tanto sulla Terra quanto su Coruscant possiamo assumere che l’IGBC abbia assunto per la Vecchia Repubblica lo status di “prestatore di ultima istanza” che, durante la guerra, veniva ricoperto dalle banche centrali nazionali.

Il resto del sistema bancario, stando sempre a Wookiepedia, risulta in mano ai privati (chi ha detto agli Hutt?). La Galassia consta di 1,75 milioni di pianeti abitati, calcolando che pure i poveri coltivatori di umidità su Tatooine avranno avuto bisogno di un conto corrente, possiamo immaginare l’esistenza di una grande banca ogni 100 pianeti, per un totale di 17.501 banche “sistemiche” ovvero, per usare un termine in voga tra gli economisti, troppo grandi per fallire.

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Modellizzando il sistema economico galattico il prof. Feinstein arriva a concludere che circa il 60% dell’intero PIL imperiale sia, sostanzialmente, controllato dalle banche e che, per questo motivo, l’Imperatore abbia finanziato la sua arma definitiva ricorrendo a ingenti prestiti bancari. Come ovvio, al netto dei fulmini di Forza, Palpatine doveva possedere un certo ascendente sui banchieri e, dunque, nessuna banca ha osato rifiutare un credito all’Impero.

Questa situazione rende l’intero sistema finanziario galattico esposto rispetto ai rischi connessi al progetto, inclusa la remota possibilità che un caccia monoposto dell’Alleanza potesse infilare due siluri protonici in un tubo di areazione, facendo saltare per aria l’intero investimento.

Supponendo che circa il 50% dell’intero costo della prima Morte Nera fosse stato pagato al momento della battaglia di Yavin e che, invece, i debiti della seconda stazione fossero ancora tutti in essere dopo Endor ci troviamo in un vero e proprio incubo macroecnomico.

L’improvvisa morte dell’Imperatore e il conseguente crollo dell’intero sistema di governo hanno trasformato la Galassia in uno “stato fallito”

L’improvvisa morte dell’Imperatore e il conseguente crollo dell’intero sistema di governo hanno trasformato la Galassia in uno “stato fallito”, con tutte le conseguenze del caso: solvibilità finanziaria nulla, blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, stop alle forniture sanitarie e via di questo passo.

Le banche galattiche, impossibilitate a recuperare i propri crediti, si devono essere rivolte alla IGBC che, tuttavia, aveva la maggior parte dei suoi asset investiti nelle due Morti Nere e, dunque,non  si trovava nelle condizioni per sostenere le istituzioni in difficoltà. Con le banche sull’orlo del fallimento gli onesti lavoratori della galassia si sono trovati improvvisamente senza risparmi e senza stipendio, nonché senza un governo autorevole che spiegasse quello che stava succedendo.

L’Alleanza Ribelle aveva un solo modo per rimettere in ordine la situazione: finanziare un gigantesco piano di salvataggio delle banche galattiche distribuendo denaro “fresco” alla IGBC e agli altri istituti, in pratica progettando un bail out. Peccato però, come spiega Leila in Una Nuova Speranza, che i ribelli fossero pochi, male armati e cronicamente dipendenti dalle donazioni di ignoti benefattori. Faticavano a comprare gli X-Wing, figuriamoci ripagare un debito di circa un quarto dell’intero PIL galattico.

L’intera vicenda spiega come mai, in Il Risveglio della Forza, la Nuova Repubblica non sembra passarsela troppo bene. Come accade pure sul nostro pianeta la vera forza che ci circonda e ci tiene uniti non è un’antica religione ma l’economia.

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Cosa ne pensate? Potete dircelo nei commenti o in questo post del forum Star Wars.

Scritto da J.J. Abrams e Lawrence Kasdan, e diretto da Abrams, Star Wars: Il Risveglio della Forza è prodotto da Kathleen Kennedy, J.J. Abrams, Bryan Burk.

Nel cast John Boyega, Daisy Ridley, Adam Driver, Oscar Isaac, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, e Max von Sydow oltre a membri del cast originale quali Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Baker.

La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, il film uscirà il 18 dicembre negli USA, il 16 in Italia.

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